10 Gennaio 2022
Il 15 luglio è arrivato: dopo una gestazione durata ben 5 anni, entra in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, un’opportunità storica per il risanamento del tessuto imprenditoriale del Paese, che sposterà l’attenzione sulla diagnosi precoce delle situazioni di Crisi e sulla Responsabilità dell’imprenditore.
Cuore di questo cambiamento epocale è l’articolo 375 del D.Lgs 14/2019, che ha modificato l’articolo 2086 del Codice civile, aggiungendo un secondo comma che attribuisce nuovo tipo di obbligo in capo all’organo amministrativo: gestire l’impresa, dotandola di assetti organizzativi amministrativi e contabili adeguati al fine di rilevare la crisi.
«L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale». – art.2086 CC
Con questa riforma, l’Imprenditore, ovvero il capo dell’impresa, è chiamato a dotare la propria Azienda di un’organizzazione efficiente sotto tutti i punti di vista (organizzativo, amministrativo e contabile) e ad adottare un assetto organizzativo in grado di rilevare in modo tempestivo eventuali squilibri economici e finanziari, pena una responsabilità di natura personale e patrimoniale: